Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE

il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

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2009 dal 5 al 12 Aprile

8a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

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ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

La DGTVi a convegno, si discute del futuro del digitale terrestre

2009-01-20

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

                                         

 

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Tv, ecco come cambia con l'era digitale

di Luca Tremolada

"In fondo in cinquant'anni la televisione non è cambiata così tanto". Se da un punto di vista dei ..."

* Web-tv a caccia di sostenibilità

* PUBBLICITÀ / Il target è morto. Viva l'interesse

* MERCATO / L'onda lunga del digitale

* Speciale Digitale terrestre

* Nòva 100

Il target è morto. Viva l'interesse

Ci risiamo. Ancora una volta le vecchie logiche. Ancora una volta i target al posto delle community. ..."

Digitale terrestre:

così cambia la televisione

Digitale terrestre: così cambia la televisione. Questa volta per davvero, dopo attese, sperimentazioni e ..."

* Domande & Risposte

* Modelli per tutte le tasche

* Contenuti disponibili in arrivo

* Speciale digitale terrestre

Domande & risposte

1 Cosa vuol dire televisione digitale?Vuol dire che i segnali televisivi non sono diffusi per via ..."

Digitale terrestre: i 5 interrogativi che restano aperti dopo lo switch off in Sardegna

La Sardegna è la più grande regione europea con la tv tutta digitale ma gli interrogativi non mancano: ..."

Dtt, ma i decoder senza l'hd sono già vecchi?

Sono tanti i problemi genetici che, secondo gli osservatori più critici, contraddistinguono la svolta ..."

Samsung: decoder addio per la Tv Digitale Terrestre in pay per view

Pay per View: formula magica che sta a significare – per i profani della materia – visione dei canali a ..."

Il flat tv diventa un computer e si comanda con un gesto della mano

TOKYO - Al salone Cetaec numerose novità e tanti prototipi per immaginare il futuro che verrà ..."

Tv al plasma o Lcd? Sintonizzatevi anche sui consumi

Quella di comprare un nuovo televisore "piatto" Lcd o al plasma, è una tentazione alla quale molti ..."

Sempre più flat e interattiva, ecco la televisione 2.0

Da Sony a Samsung, da Panasonic a Lg, i grandi dell'elettronica disegnano il futuro dell'home entertainment ..."

Howard Stringer: "Primi nei flat tv entro il 2010. Ecco come Sony supererà i coreani"

"Torneremo a dominare il mercato dell'intrattenimento domestico digitale, mettendo al centro televisori ..."

Flat Tv, ecco quanto consumano davvero

Quanta energia elettrica consumano i moderni tvpiatti? E soprattutto, è vero che in modalità stand-by i ..."

Digitale terrestre, boom di vendite per decoder e tv

La caccia al decoder è già iniziata, pur con qualche disagio e un allarme lanciato dalle associazioni di ..."

Digitale terrestre: istruzioni per l'uso tra set-top-box e flat tv con il bollino bianco

Ecco come affrontare senza problemi il passaggio tra la vecchia tv e quella nuova digitale. Nello speciale: vantaggi e problemi del Dtt, le ultime novità in fatto di televisori, la copertura e consigli per comprare senza sbagliare ..."

Dtt: che cos'è e come funziona

Caratteristiche, vantaggi e svantaggi del sistema di rappresentazione numerica dei segnali televisivi ..."

Digitale terrestre, tra decoder esterno e tv con il bollino bianco

Anche due prese scart possono non bastare. Attenzione alla qualità ..."

La vecchia antenna resta, ma non sempre basta

Importante è l'orientamento rispetto al ricevitore. Ecco alcuni consigli ..."

Iptv, la rivoluzione della tv via internet

 

 

 

 

 

Web-tv a caccia di sostenibilità

di Gianpaolo Colletti

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11 dicembre 2008

Nòva 100

Prese singolarmente non ottengono accessi significativi. Solo poche centinaia di utenti unici quotidiani. Ma se dovessero teletrasmettere a reti unificate eguaglierebbero gli ascolti dei più grandi network locali generalisti. Quasi un milione di contatti unici mensili. Con un plus. Tutte queste micro web tv dei cittadini – network di tv online create dal basso riunite da Nòva24 per il meeting "Paese che vai" – godono di una capillare copertura. Il tallone d'Achille resta tuttavia la sostenibilità. Per essere messi in piedi questi canali costano relativamente poco. Sfruttando l'abbattimento dei costi del digitale, le risorse vengono investite solo per produzione e dominio. A oggi molti di queste web tv sfruttano software gratuiti per post-produzione e distribuzione. Unico neo, il ritorno dell'investimento. Per questi canali non esiste un modello di business compatibile e si sconta un'arretratezza tipica della Rete autogenerata. Non ci sono formule di monetizzazione convincenti. La metà dei canali consentono spazi per sponsor locali, altri si affidano alla pubblicità uploadata sul modello Adsense. Pochi ancora i casi di web tv dal basso finanziate dalle istituzioni pubbliche e comunità montane, come Codec di Bologna, Orso Tv delle valli Orco e Soana, Alta Badia Tv.

 

 

 

L'onda lunga del digitale

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11 Dicembre 2008

Cosa sta accadendo dentro al piccolo schermo? La domanda è lecita in un momento come quello attuale di redde rationem del sistema televisivo che vede le piattaforme (digitale terrestre, analogico e satellite) confrontarsi in modo sempre più spavaldo per guadagnarsi audience e contratti pubblicitari. Ma la domanda corretta è forse un'altra. Quali scelte sta compiendo sul proprio telecomando il telespattore? O meglio, quali telecomandi sta usando? Media Italia, il centro media del gruppo Armando Testa, ha provato a fornire una risposta a questa domanda elaborando i dati Auditel dal 2003 a oggi con le informazioni Gfk relative al sell out di apparecchiature del digitale terrestre. "Innanzitutto – spiega Roberto Roseano, Direttore ricerche e consigliere di Media Italia – sgombriamo il campo da un luogo comune: non è vero che c'è una fuga massiccia dalla televisione. L'ascolto in generale tiene. Ma ci sono spostamenti di share tra le emittenti. Dal 2003 all'ottobre di quest'anno Rai e Mediaset hanno perso rispettivamente 3,3 e 4,5 punti share. Parallelamente satellite e le altre tv (digitale terrestre) nello stesso periodo hanno guadagnato 6,6 e 1,3 punti".

Andando nello specifico, i numeri contenuti nello studio di Media Italia indicano che lo share del satellite riferito ai 4,6 milioni di famiglie con abbonamento Sky oscilla tra i 36 e i 37 punti, in altre parole fatto cento l'ascolto nel minuto medio questa è la quota dedicata a una emittente. Lo stesso dato riferito a tutta la popolazione è è pari all'8,7 per cento. "Questa percentuale – spiega – ci dice che il telespettatore del satellite tende a premiare emittenti nuove presenti nella piattaforma. A svantaggio delle emittenti tradizionali". Entrando ancora più nello specifico, si scopre che in particolare su due fasce di popolazione il satellite ha strappato telespettatori alla tv generalista: bambini e classi di età giovani e centrali. I bambini tra i quattro e i 14 anni premiano con uno share del 60% i canali satellitari. Mentre per gli "adulti" compresi tra 15-34 anni la percentuale sale al 44,5% rispetto al 13% calcolato sulla popolazione totale dei telespettatori. "È fuori di dubbio che su questi due segmenti il satellite per ora abbia vinto la sfida con Rai e Mediaset, nel senso che potendo scegliere un bambino opta per un canale tematico dedicato ai cartoni animati. L'altro fenomeno di cui bisognerà tener conto per ridisegnare la geografia di potere delle emittenti è lo switch off dalla tv analogica al digitale terrestre. Da qui al 2012, si desume dallo studio, le famiglie in Dtt aumenteranno in maniera esplosiva. Già oggi sono 5 milioni e quindi hanno superato in termini numerici gli abbonati al satellite. "Tuttavia – avverte – per quanto il sorpasso sia già avvenuto questo dato non si riflette sull'ascolto. Il grosso dell'offerta è a pagamento: Mediaset Premium ha infatti dichiarato 2,7 milioni di schede vendute. Inoltre, sono pochissime (Rai4, Iris e Boing ) le nuove emittenti free". Ma il dato più interessante è quello relativo agli ascolti delle prime tre settimane di novembre in Sardegna, la prima regione italiana passata interamente in digitale. Guardando più da vicino i numeri relativi alla Sardegna, Rai, Mediaset e La7 hanno perso circa 10 punti di share rispetto allo stesso periodo del 2007 a vantaggio delle emittenti satellitari e delle altre emittenti, tra cui i canali del digitale terrestre. Sulla base di queste prime evidenze, Media Italia stima che nel 2012 le sei reti tradizionali (Rai e Mediaset) potrebbero avere complessivamente uno share più basso di circa 10 punti rispetto a oggi, passando dall'82% al 72 per cento. A meno – si legge – che non reagiscano con una programmazione più forte.

(l. tre.)

 

 

 

 

 

L'onda lunga del digitale

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11 Dicembre 2008

Cosa sta accadendo dentro al piccolo schermo? La domanda è lecita in un momento come quello attuale di redde rationem del sistema televisivo che vede le piattaforme (digitale terrestre, analogico e satellite) confrontarsi in modo sempre più spavaldo per guadagnarsi audience e contratti pubblicitari. Ma la domanda corretta è forse un'altra. Quali scelte sta compiendo sul proprio telecomando il telespattore? O meglio, quali telecomandi sta usando? Media Italia, il centro media del gruppo Armando Testa, ha provato a fornire una risposta a questa domanda elaborando i dati Auditel dal 2003 a oggi con le informazioni Gfk relative al sell out di apparecchiature del digitale terrestre. "Innanzitutto – spiega Roberto Roseano, Direttore ricerche e consigliere di Media Italia – sgombriamo il campo da un luogo comune: non è vero che c'è una fuga massiccia dalla televisione. L'ascolto in generale tiene. Ma ci sono spostamenti di share tra le emittenti. Dal 2003 all'ottobre di quest'anno Rai e Mediaset hanno perso rispettivamente 3,3 e 4,5 punti share. Parallelamente satellite e le altre tv (digitale terrestre) nello stesso periodo hanno guadagnato 6,6 e 1,3 punti".

Andando nello specifico, i numeri contenuti nello studio di Media Italia indicano che lo share del satellite riferito ai 4,6 milioni di famiglie con abbonamento Sky oscilla tra i 36 e i 37 punti, in altre parole fatto cento l'ascolto nel minuto medio questa è la quota dedicata a una emittente. Lo stesso dato riferito a tutta la popolazione è è pari all'8,7 per cento. "Questa percentuale – spiega – ci dice che il telespettatore del satellite tende a premiare emittenti nuove presenti nella piattaforma. A svantaggio delle emittenti tradizionali". Entrando ancora più nello specifico, si scopre che in particolare su due fasce di popolazione il satellite ha strappato telespettatori alla tv generalista: bambini e classi di età giovani e centrali. I bambini tra i quattro e i 14 anni premiano con uno share del 60% i canali satellitari. Mentre per gli "adulti" compresi tra 15-34 anni la percentuale sale al 44,5% rispetto al 13% calcolato sulla popolazione totale dei telespettatori. "È fuori di dubbio che su questi due segmenti il satellite per ora abbia vinto la sfida con Rai e Mediaset, nel senso che potendo scegliere un bambino opta per un canale tematico dedicato ai cartoni animati. L'altro fenomeno di cui bisognerà tener conto per ridisegnare la geografia di potere delle emittenti è lo switch off dalla tv analogica al digitale terrestre. Da qui al 2012, si desume dallo studio, le famiglie in Dtt aumenteranno in maniera esplosiva. Già oggi sono 5 milioni e quindi hanno superato in termini numerici gli abbonati al satellite. "Tuttavia – avverte – per quanto il sorpasso sia già avvenuto questo dato non si riflette sull'ascolto. Il grosso dell'offerta è a pagamento: Mediaset Premium ha infatti dichiarato 2,7 milioni di schede vendute. Inoltre, sono pochissime (Rai4, Iris e Boing ) le nuove emittenti free". Ma il dato più interessante è quello relativo agli ascolti delle prime tre settimane di novembre in Sardegna, la prima regione italiana passata interamente in digitale. Guardando più da vicino i numeri relativi alla Sardegna, Rai, Mediaset e La7 hanno perso circa 10 punti di share rispetto allo stesso periodo del 2007 a vantaggio delle emittenti satellitari e delle altre emittenti, tra cui i canali del digitale terrestre. Sulla base di queste prime evidenze, Media Italia stima che nel 2012 le sei reti tradizionali (Rai e Mediaset) potrebbero avere complessivamente uno share più basso di circa 10 punti rispetto a oggi, passando dall'82% al 72 per cento. A meno – si legge – che non reagiscano con una programmazione più forte.

(l. tre.)

 

 

 

 

Flat tv, come scegliere

di Mario Cianflone

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15 gennaio 2009

Speciale Digitale terrestre

Nòva 100

Flat tv: occorre più chiarezza e più informazione per non incappare in brutte sorprese o in delusioni che sfociano in acquisti sbagliati. Deve essere in primo luogo chiaro se si sta comprando un apparecchio Hd Ready cioè, per semplificare, quasi ad alta definizione, o un full Hd, ovvero con massima risoluzione.

Le flat tv Full Hd sono da preferire, anche se costano leggermente più di quelle Hd Ready: la differenza di costo è esigua e si è sicuri di non acquistare un prodotto troppo vecchio, soprattutto in questo periodo di crisi dove abbondano, i fondi di magazzino messi in promozione nelle grandi catene. Per distinguerli ci sono appositi loghi (Hd Ready e Full Hd) belli grandi, posti sulle cornici dei prodotti esposti e facilmente riconoscibili. È, invece, inammissibile la mancanza di chiarezza riscontrata in alcuni punti vendita (non vogliamo fare nomi, ma succede anche in grandi catene al consumo) dove le tv in mostra erano prive dei citati loghi e al loro posto campeggiava un più che criptico cartellino con scritto "Risoluzione 1280x720" oppure "1920x1080", al posto, rispettivamente, di un pratico e intuitivo marchio adesivo Hd Ready e Full Hd. Fare fumo, confondere le acque non serve a nulla. Certamente non a uscire dalla crisi alimentando i consumi.

Il secondo elemento da considerare è la presenza di un decoder per il digitale terrestre e qui vengono in aiuto i bollini dell'associazione Dgtvi. Da evitare i modelli con tuner analogico e sono da preferire quelli che offrono la possibilità di installare un modulo cam per utilizzare la smart card che abilità le trasmissioni delle pay Tv. L'optimum sarebbe acquistare un televisore con decoder digitale terrestre ad alta definizione, a si contano sulle punte delle dita di una mono e costano tanto. Infine l'amletico dubbio: plasma o Lcd? Fino a 37 pollici i cristalli liquidi sono ok, ma con schermi da 12 in su il plasma è da preferire, almeno per prodotti di prezzo abbordabile e alla portata delle vuote tasche degli italiani.

 

 

 

Tv al plasma: nessun bando in vista, solo un nuovo standard

di Luca Figini

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16 gennaio 2009

La presa di posizione di Andec

La dichiarazione di Anitec

Speciale la tv che cambia

Speciale risparmio energetico

Flat tv, come scegliere

Le Tv al plasma starebbero per essere messe al bando perché consumano troppo. Il sito del The Indipendent, quotidiano inglese, pubblica una notizia citando fonti vicine alla Commissione Europea su una legislazione che ridefinisce i limiti di assorbimento energetico di questi apparecchi. E, come spesso accade in questi casi, si scoperchia un vaso di Pandora che dà la stura alle elucubrazioni del caso. Che cosa è successo? In prima battuta (quasi) nulla: un articolo pubblicato dall'Indipendent che definisce i plasma l'equivalente di un "4x4 in salotto".

Una metafora che lascia subito intendere dove si vada a parare. Le Tv con tecnologia al plasma sono equiparati ai Suv che obbligano a consumi e a un impatto ecologico superiori senza garantire reali vantaggi in termini pratici.

Non pago, l'articolista descrive il presunto progetto di "mettere al bando le televisioni più inefficienti" dal punto di vista energetico. E in più parti ci si è spinti a dire che già dalla prossima primavera, data prevista per l'introduzione delle norme "verdi", gli apparecchi esosi in fatto di energia elettrica potrebbero essere lasciati lontani dagli scaffali dei negozi. Forse una conclusione un po' affrettata anche perché, si sa, c'è sempre un periodo di adattamento dalla promulgazione dei nuovi protocolli all'adeguamento dei prodotti. Certo che questa ulteriore tegola sulla tecnologia Plasma non ci voleva. Già rischia di passare alla storia come l'eterna promessa nel campo delle Tv: prima non capita, poi surclassata in termine di vendite dagli Lcd. I pannelli al plasma hanno però resistito e gran parte delle teorie sui loro limiti tecnologici si sono trasformate in dicerie. Ci mancavano solo le cifre snocciolate dall'Indipendent.

"Negli ultimi 30 anni, il numero di gadget elettronici in casa è quasi triplicato passando da 17 a 47 dispositivi"; sì perché tra console, player Dvd e forni a microonde c'è stata l'invasione di prodotti che assorbono energia. Uno dei più utilizzati, e che sta acceso a lungo, è proprio il televisore. Tanto che nel giro di pochi anni si è passati da una taglia media di 32 pollici per i tradizionali apparecchi a tubo catodico, fino a superare i 42 pollici per i modelli piatti. Solo che i consumi sono cresciuti.

Sempre stando ai dati proposti dall'Indipendent, un Plasma da 42" ha un assorbimento di 822 kilowatt per ora: un Lcd dello stesso tipo fa misurare circa 350 kWh, mentre un tubo catodico da 32" consuma 322 kWh. La risposta dell'Eicta, ovvero del consorzio europeo che si occupa di trovare soluzioni per abbassare l'impatto ambientale delle nuove tecnologie, non si è fatta attendere. La sua posizione è riverberata sul Web, sospinta anche da Pioneer, uno dei principali produttori di Tv al Plasma, che ha fatto eco al comunicato dell'organismo europeo. "Recentemente la stampa ha dichiarato che gli schermi al plasma potrebbero presto essere banditi dal mercato a causa dei consumi energetici elevati. Alcuni dati, di fatto, non sono corretti", inizia così il comunicato dell'Eicta. Anche perché non possono (o non dovrebbero) trovare posto nei negozi gli apparecchi che non sono conformi agli standard di assorbimento previsti dalla direttive dell'Eu. Quello che sta succedendo è spiegato in modo semplice e chiaro: sono in fase di definizione i nuovi standard per i televisori del futuro al fine di migliorare ulteriormente l'efficienza energetica. "La pubblicazione di questa norma è attesa per la seconda metà del 2009; dopo un periodo di transizione ci aspettiamo che i prodotti siano conformi alla normativa entro la seconda metà del 2010". L'assorbimento delle varie tecnologie (Plasma, Lcd e tubo catodico) sono inevitabilmente e fisiologicamente differenti tra loro.

Il compito di consorzi come l'Eicta è di stabilire una unità di misura uniforme per fornire una piattaforma di confronto tra i vari apparecchi. Volendo andare a scandagliare ulteriormente la questione, la posizione assunta dall'Indipendent butta benzina sul fuoco in un momento in cui tutti i produttori stanno fattivamente operando per ridurre il consumo energetico. Al Ces di Las Vegas ampio spazio è stato dato a quelle tecnologie che permettono di spegnere quasi del tutto i dispositivi quando sono in stand-by, portando l'assorbimento degli apparecchi quasi a zero. E si stanno affermando nuove architetture migliori di quelle attuali: per esempio, il sistema di illuminazione a Led dei pannelli piatti consente di abbattere ulteriormente il fabbisogno energetico delle Tv rispetto alle tradizionali lampade.

Senza dimenticare una serie di sforzi già compiuti negli ultimi cinque anni per portare i pannelli al Plasma da un consumo di 506 kWh a 363 kWh per i modelli del 2007 (a parità di pannello da 50"). D al canto suo, Pioneer ha ulteriormente ridotto questo assorbimento con la tecnologia P.u.r.e. Black Panel portandolo a 343 kWh, oltre a una serie di accorgimenti che intervengono in tempo reale per ridurre i consumi durante l'utilizzo della Tv. Un polverone, insomma, quello prodotto dall''articolo del quotidiano The Indipendent che rischia di creare ulteriore confusione tra gli utenti. Anche perché la nuova regolamentazione sui consumi si concretizzerà in un ulteriore bollino che campeggerà sui modelli di nuova generazione, al fine di testomiare che quel modello di Plasma è conforme alla nuova disciplina. Intanto bisogna scongiurare il rischio che la polemica sfoci in una disaffezione per questo tipo di televisori, che non hanno nulla da invidiare in termini di qualità agli Lcd. Di certo, i televisori oggi in commercio e presenti sui volantini delle offerte speciali difficilmente saranno conformi alle nuove regole. In ultima analisi, si può trarre un insegmanento dalla faccenda: verificare a priori il consumo energetico di ciò che acquistiamo. Meglio informarsi, perché limitare la dissipazione non può essere uno sforzo relegato solo alle buone intenzioni dei produttori. Basta un po' di volontà spegnendo la Tv quando non si usa, senza lasciarla in stand-by, e regolare alcuni parametri per abbassare il consumo. Il resto (per ora) sono solo chiacchere.

 

 

 

 

Domande & risposte

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3 novembre 2008

1 Cosa vuol dire televisione digitale?

Vuol dire che i segnali televisivi non sono diffusi per via analogica, bensì attraverso una codifica binaria, ovvero nella lingua dei computer. I segnali sono rappresentati da una sequenza di uno e di zero e i dati sono codificati in un formato di compressione video chiamato Mpeg 2, il medesimo usato nel Dvd.

2 Cosa significano le sigle Dtt o Dvb-T?

Sono sinonimo di digitale terrestre: Dtt vuol dire Digital terrestrial television, mentre Dvb-t significa Digital video broadcasting e la lettera T indica la variante terrestre di questo standard europeo per la tv in forma numerica. Il Dvb esprime una declinazione satellitare (Dvb-S), una via cavo (Dvb-C) e una variante per telefonini (Dvb-H).

3 Cosa serve per ricevere la tv digitale terrestre?

Occorre un decoder, ovvero un apparecchio che si collega al televisore, oppure un televisore con sintonizzatore digitale.

4 Quali tipi di decoder ci sono?

Esistono i decoder tipo zapper che ricevono solo i programmi in chiaro e quelli tipo Mhp equipaggiati con lettore di schede a microprocessore che permettono di accedere ai programmi a pagamento.

5 Non occorre dunque un nuovo apparecchio tv?

No, si può usare quello vecchio. Ma qualora si volesse acquistare un moderno flat tv è bene compare un modello equipaggiato con decoder digitale terrestre e predisposto per montare il modulo aggiuntivo che legge le smart card atte ad abilitare i servizi a pagamento.

6 Che cosa indica il bollino blu?

Indica un decoder dedicato a tutti i programmi: in chiaro, a pagamento e ai servizi interattivi. I televisori con il bollino blu garantiranno non solo la ricezione dei programmi gratuiti e di quelli a pagamento senza l'aggiunta di nessun decoder, ma anche l'accesso a tutti i servizi interattivi che si stanno già sperimentando e avviando sul digitale terrestre e che, a oggi, sono comunque ricevibili e consultabili attraverso il decoder.

7 E che cosa significa il bollino bianco?

Contraddistingue invece un televisore con sintonizzatore digitale che permette di vedere i programmi gratuiti in chiaro e quelli a pagamento, grazie a un piccolo dispositivo aggiuntivo battezzato Cam che legge le tessere per la pay-tv.

8 Bisogna cambiare antenna?

N o, è sufficiente l'impianto esistente poiché gli impianti di ricezione analogica e digitale sono identici. Ma in moti casi occorre una messa a punto o il montaggio di un'antenna aggiuntiva. Può anche essere un'occasione per rinnovare un vecchio impianto.

9 La tv digitale terrestre è in alta definizione?

N o, le attuali trasmissioni digitali terrestri sono in definizione standard, solo da poco sono iniziate le sperimentazioni in Hd, pochissimi sono i tv e i decoder predisposti per offrire la spettacolare risoluzione 1080i.

10 Nel caso si desideri cambiare il televisore cosa conviene comprare?

L 'alta definizione è una trasformazione epocale e se si sta per cambiare il televisore è bene che sia marchiato Full Hd. Sconsigliabili quelli contrassegnati dal logo Hd Ready (le prestazioni sono inferiori) e da lasciare sullo scaffale quelli "normali".

11 E per quanto concerne il videoregistratore?

Ormai è tempo di buttare il vecchio Vhs e se si pensa di comprare un Hdd-dvd recorder (con disco fisso e masterizzatore) anche questo deve essere equipaggiato con sintonizzatore digitale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       

 

CORRIERE della SERA

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http://www.corriere.it

2009-01-20

 

 

 

 

REPUBBLICA

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http://www.repubblica.it/

2009-01-20

 

 

 

 

L'UNITA'

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2009-01-20

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-20

La DGTVi a convegno, si discute del futuro del digitale terrestre

di Gianni Rusconi

19 gennaio 2009

Tv al Plasma: nessun bando in vista, solo un nuovo standard

Speciale la tv che cambia

Due giornate importanti per il digitale terrestre, quelle in programma a Roma domani e dopo, nella suggestiva cornice dell'Auditorium Parco della Musica, per la IV Conferenza Nazionale sul Digitale Terrestre. All'evento, promosso e organizzato dalla DGTVi, parleranno esponenti delle istituzioni, del mondo industriale (il 21 interverrà anche Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria), emittenti nazionali e locali e operatori del settore e si discuterà di come il sistema televisivo italiano sia ormai avviato alla sua completa trasformazione. La chiusura dei lavori spetterà naturalmente a Paolo Romani, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni e figura di riferimento per il Dtt italiano. Il titolo dell'evento, "Niente è come prima", suona come una sorta di arrivederci alla tv che fu per salutare l'avvento di quella (digitale) che sarà. Quella di Roma va comunque soprattutto vista come l'occasione per fare il punto dello stato dei lavori per la transizione al digitale in merito ai nuovi processi industriali, ai modelli di offerta e distribuzione dei contenuti e agli aspetti politici che tale "rivoluzione" ha messo e metterà in moto. Il quadro di prospettiva è noto: dopo la Sardegna, dove oggi oltre un milione e 600 mila persone possono ricevere circa 60 canali digitali (contro i 26 analogici del recentissimo passato), le prossime tappe della migrazione sono la provincia di Trento, il Piemonte occidentale, il Lazio e la Campania e l'obiettivo più volte ribadito è quello di coprire nel 2010 il 70% della popolazione italiana. Lo switch-off definitivo è fissato, a livello europeo, nel 2012.

In Italia 7,6 milioni di famiglie hanno in casa un decoder per il Dtt

Molto atteso domani è il "Terzo rapporto sulla televisione digitale terrestre in Europa" che presenterà DGTVi ed alcuni dei dati contenuti del rapporto sono già circolati in Rete. Fra questi spicca per esempio il numero di canali tv attualmente fruibili gratuitamente dalla Tv digitale terrestre, salito a 104 (di cui 77 di nuova fattura e 27 mutuati dalla Tv analogica) fra Regno Unito, Italia, Francia e Spagna. Un palinsesto quindi molto ampio per chi la Tv la vive da spettatore, senza dimenticare il fatto che a quelli gratuiti si possono aggiungere i canali a pagamento. Si parla non a caso di offerte multicanale e in tal senso il numero di nuclei familiari e singoli individui che nei quattro Paesi di cui sopra che ha accesso alla piattaforma digitale terrestre è salito a 163 milioni in soli sei anni (erano infatti 77 milioni nel 2002) e testimonia una presenza attiva ormai prossima al 50%. Il dettaglio relativo all'Italia stimerebbe a fine 2008 una penetrazione del digitale terrestre pari al 34% delle abitazioni (7.6 milioni di famiglie), un dato che attesterebbe la maggiore diffusione dei decoder Dtt rispetto ai ricevitori satellitari (attivi in 6.6 milioni di case, il 28% del totale). La sfida fra le piattaforme digitali – satellite, digitale terrestre, Iptv - è quindi anche una faccenda di cifre e non solo di modelli commerciali (multicanalità "pay" versus multicanalità "free") e ciò che è sin d'ora certo e l'ormai prossimo pensionamento della tv analogica. Il 2009 sarà quindi un anno decisivo per il decollo definitivo del Dtt anche per un paio di altri buoni motivi. La norma approvata con la manovra finanziaria 2008 che stabilisce il divieto di commercializzazione di televisori privi di tuner digitale a partire da aprile 2009 è andata in vigore e i produttori di Tv e decoder certificati con il "bollino DGTVi" (bianco e blu rispettivamente) è destinato finalmente a crescere. Come del resto quello dei moduli Cam necessari per fruire dei canali a pagamento: da luglio a dicembre 2008, secondo la società SmarDTV, ne sono stati acquistati in Italia circa 350 mila. A circa 70 euro l'uno e senza contributo statale.

 

 

 

 

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2009-01-20

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2009-01-20

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http://www.gazzetta.it/

http://www.corrieredellosport.it/

http://www.wallstreetitalia.com/

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2009-01-20

http://www.panorama.it/

http://espresso.repubblica.it/

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

 

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2008-10-31

 

 

 

 

 

 

 

 

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